Omeopatia
Cos’è l’omeopatia? Scopri di più
Si parla tanto di omeopatia, ma non tutti sarebbe in grado di darne una definizione precisa. Cos’è l’omeopatia? Scopri di più! L’omeopatia (dal greco ὅμοιος, òmoios, «simile» e πάθος, pàthos, «sofferenza») è una pratica di medicina alternativa basata sui principi del medico tedesco Samuel Hahnemann. Il fondamento dell’omeopatia sta nel principio latino similia similibus curantur, letteralmente: «i simili si curano coi simili». Secondo Hahnemann, il rimedio giusto per curare una determinata malattia risiede nella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata.
Tale sostanza è detta “principio omeopatico” e viene somministrata al malato in una quantità diluita e “dinamizzata”. L’omeopatia utilizza dosi infinitesimali di sostanze di origine vegetale, minerale o animale a diverse e precise concentrazioni; tali sostanze non hanno alcun impatto negativo sul malato, perchè solo in dosi tossiche o sub tossiche provocano la malattia.
Corpo e mente: la teoria omeopatica
L’omeopatia non è solo una classificazione dei sintomi che corrispondono ad una determinata malattia. La terapia omeopatica, infatti, prende in considerazione tutte le cause che hanno contribuito all’insorgere della malattia, ovvero i fattori ambientali, ereditari e soprattutto la reattività individuale.
Per l’omeopatia, quindi, la malattia scaturisce dall’interazione tra agente patogeno, individuo e ambiente. L’individuo è un insieme indivisibile di corpo e mente e anche le sue caratteristiche mentali, emotive e caratteriali possono concorrere all’insorgere di una malattia.
Hahnemann, il padre dell’omeopatia
Uomo inquieto e medico brillante, Samuel Hahnemann nacque in Sassonia nel 1755. Per tutta la sua carriera fu in contrasto con la classe medica, che era ancora influenzata dalle teorie di Galeno (129 – 199 d.C.) e denigrava le sue.
Verso la fine del 1700 Hahnemann attraversò una profonda crisi personale: trovava inadeguati i mezzi di cura a sua disposizione e si ritirò dall’attività sul campo per dedicarsi allo studio e alla ricerca. Mentre lavorava alla traduzione di un testo medico contemporaneo, si imbatté in un’affermazione oscura: secondo “La scienza medica” di Cullen, le proprietà febbrifughe della corteccia di China, utilizzata nella terapia della malaria, erano da attribuirsi alla sua azione “corroborante” sullo stomaco.
Hahnemann sperimentò su se stesso gli effetti della China e vide manifestarsi i sintomi della malaria. La China, terapico per eccellenza contro i sintomi della malaria, era in grado di provocare in un individuo sano la stessa sintomatologia riscontrata nel malato.
Questa sperimentazione convinse Hahnemann della validità del concetto di similitudine tra farmaco e malattia enunciato da Ippocrate. Il medico tedesco intraprese una lunga sperimentazione testando molte altre sostanze. Hahnemann utilizzava dosi sempre minori di farmaco e cominciò ad agitare le soluzioni con vigorose succussioni, chiamate poi “dinamizzazioni”, atte a rendere più efficaci le miscele. Hahnemann scoprì che aumentare la diluizione dei farmaci e il numero delle succussioni rendeva le soluzioni più potenti e non tossiche. Le basi dell’omeopatia erano state gettate.
Hahnemann continuò la sua ricerca per tutta la vita, sperimentando sempre nuovi rimedi e diluizioni più elevate. A questo si affiancarono fama e successo sempre maggiori. Hahnemann si trasferì in varie città europee e approdò a Parigi, dove morì a 88 anni nel 1843. Riposa nel cimitero monumentale di Pére Lachaise.